Quando penso alla mia esperienza in Michelin, mi viene in mente l’Etna. Sono cresciuto alle pendici di questo vulcano imponente, una montagna che suscita al contempo meraviglia e rispetto. La mia prima volta davanti al cancello della Michelin è stata simile: sapevo che stavo per entrare in una delle aziende più importanti al mondo e l’aspettativa verso me stesso e la voglia di far bene era tanta.
Dopo la laurea in lettere e filosofia ho faticato a trovare impieghi soddisfacenti, con una crescente frustrazione per non poter esprimere il mio vero potenziale.
Michelin mi ha dato la possibilità di trovare il mio spazio e di crescere all'interno dell'Azienda e con il passare del tempo, la fiducia ha preso il sopravvento.
L'ingresso in Michelin è stata la mia “scalata” più importante. Sono entrato come operaio con la voglia di dare tutto. Ho scoperto un ambiente sano ed equo, dove le possibilità di crescita non sono solo slogan vuoti. Dopo tre anni, sono diventato manager di un’unità produttiva di 60 persone, raggiungendo una tappa fondamentale per la mia vita: Michelin ha trasformato il mio timore in successo, permettendomi di raggiungere obiettivi che credevo irraggiungibili.